INTRODUZIONE


Spesso si sente parlare di ragazzi venduti per pochi soldi, soprattutto nel 19° secolo, a padroni spazzacamini in Lombardia, dove dovevano lavorare in condizioni inumane. Questi fatti sono stati ripresi in varie pubblicazioni, fra i quali il libro «Fratelli neri» di Lisa Tetzner. Le storie avevano sicuramente una base veritiera, anche se in alcune circostanze forse esagerata.

L'emigrazione degli spazzacamini ticinesi e italiani (per la maggioranza da Valle Maggia e Valle Vigezzo) verso tutta l'Europa del Nord iniziava già nel 17° secolo con una punta nel 19° secolo. In Olanda il fenomeno è già stato oggetto di studi e approfondimenti, dei quali un riassunto non può mancare qui. L'articolo che segue è composto di informazioni raccolte nei Paesi Bassi, sono nomi, frammenti di storie e citazioni da diverse fonti, tra le i quali cito e ringrazio soprattutto il Sig. Michaël Boers di Heemstede, discendente diretto da Bernardo Franscella (* Brione s/Minusio 1783), e membro della NGV. Un altro particolare ringraziamento va a Lucia Laffranchi Branca laquale come tesi di laurea nel 1961 ha pubblicato «L'Emigrazione degli spazzacamini ticinesi», uno studio di notevole importanza.

Dall'inizio del 18°secolo nei Paesi Bassi vige l'obbligo legale di far pulire i camini almeno una volta all'anno. Oltre la legna, dal 1800 veniva bruciato molto carbone, aumentando il calore, motivo per cui bisognava anche ricostruire tanti camini, un mestiere che non tutti sapevano fare bene come i nostri. Parecchi spazzacamini proponevano anche il rookverdrijven, la riparazione dei camini per bloccarne l'uscita del fumo, comportanti lavori di muratore e falegnameria. Dalla metà del 19° secolo apparivano i primi fornelli a carbone. L'attività di spazzacamino conosceva alta (autunno, inverno) e bassa stagione (primavera, estate). Proprio nella bassa stagione esercitavano altre attività, preferibilmente non controllate da corporazioni, come la fabbricazione e vendita di barometri e ombrelli.
Nel censimento olandese del 1889 risultano 261 spazzacamini indipendenti, per la stramaggioranza svizzeri e italiani, quasi nessun olandese. Si riscontrava una forte immigrazione di spazzacamini dalla Valle Maggia (Cavergno, Bignasco, Cevio), dalle Centovalli e dal Locarnese. I Ticinesi si stabilirano soprattutto a Rotterdam e dintorni, come pure a Leeuwarden e Groningen, mentre ad Amsterdam la maggioranza proveniva dalla Valle Vigezzo. Potevano comunque stabilirsi ovunqe nei Paesi Bassi senza particolari problemi, il mestiere di spazzacamino non godeva di un'alta reputazione e non esisteva nessuna protezione di tipo corporazione. Furono numerosi e dominanti. Si può quasi parlare di una situazione di monopolio nel settore, che durò fino all'inizio del 20° secolo.

Era tipico il loro modo di lavorare con i ragazzini giovani, magri e agili da poter entrare anche nei camini più stretti. Ogni "padrone" poteva disporre di 3 a 7 (Groningen) o nelle città grandi fino a 20 apprendisti, di regola fra 10 e 15 anni, alcuni ancora più giovani, come Pietro Capis, 7 anni, presso Tonella a Groningen. A Leeuwarden tutti gli spazzacamini abitavano nella Sint Jacobsstraat. Ogni sabato gli apprendisti dovevano lavare i propri vestiti nel canale, la domenica andavano in chiesa, due volte all'anno erano liberi per andare al ballo.

Era un mestiere pericoloso, a volte ci furono incidenti persino mortali, come Giuseppe Dalidio, apprendista da Balli, deceduto nel 1852 all'età di 15 anni. Se i padroni avevano raggiunto un certo livello di benessere non ci pensavano minimamente a far lavorare i loro figli in queste condizioni. Dal 1874 fu introdotto l'età minima di 14 anni. Che il mestiere di spazzacamino non era privo di rischi si sapeva. Nel 1780 il medico inglese John Percivall Pott riscontrava un'altissima ricorrenza dei tumori alla prostata negli spazzacamini.

Il contratto base di "apprendista-spazzacamino" per i ragazzi stabiliva una durata di 5 anni e 3 mesi, al termine ricevevano un premio di 150.- fiorini e un orologio d'oro, erano liberi di ritornare in patria oppure d'iniziare un'attività in proprio. Non sempre andavono d'accordo.